Noce comune
Foto di Noce comune
Gli amenti maschili pendenti e quelli femminili poco più in alto.

<p>Ingrandimento dei fiori femminili: i grossi <a href=glos_bot.php?v=stimma>stimmi</a> frastagliati sono pronti a catturare il polline trasportato dal vento.</p> <p>I frutti (<a href=glos_bot.php?v=drupa>drupe</a>) in maturazione sulla pianta.</p> <p>La corteccia di un esemplare giovane...</p> <p>... e quella di un esemplare più maturo. </p> <p>Rametto ad inizio primavera: le gemme apicali daranno origine alle nuove foglie, quelle sul ramo sono un abbozzo degli <a href=glos_bot.php?v=amento>amenti</a> maschili.</p> <p>La pianta in autunno.</p> <p>La pianta in inverno mostra la bellezza dei suoi rami robusti.</p>
Specie: Juglans regia L.
Nome volgare: Noce comune
Divisione: SPERMATOFITE
Sottodivisione: Angiosperme
Famiglia:JUGLANDACEAE
Habitat: incolti
Fioritura: da Aprile a Maggio
Forma: Fanerofita arborea
Durata/Portamento: albero
(perenne)
Colore del fiore: verde
Origine: autoctona
Protezione: Nessuna

Albero di bell'aspetto, alto 10-25 m, con portamento vigoroso e possente, provvisto di ampia chioma densa e globosa. Lo si trova sporadico e solitario negli incolti, vicino agli abitati rurali dove un tempo è stato piantumato.

Il fusto è eretto e robusto, con grossi rami patenti. La corteccia è grigio-chiara e liscia negli individui giovani, scura e fessurata longitudinalmente in quelli più maturi. All'apice dei rami vi sono vistose gemme grigie e tomentose, accompagnate ai lati da altre 2 più piccole.

Le foglie sono imparipennate, lunghe 20-50 cm, composte da 2-4 paia di segmenti ellittici ed 1 apicale più grande. Hanno la lamina coriacea, lucida sulla pagina superiore ed emanano un profumo aromatico se strofinate.

Le infiorescenze sono unisessuali e presenti sulla stessa pianta (monoica): gli amenti maschili sono pendenti e possono raggiungere i 15 cm di lunghezza, i fiori femminili sono riuniti in gruppetti all'apice dei giovani rami.

Il frutto, la noce, deve essere considerato come una drupa e non come una vera noce (nucula). Contiene un gheriglio (seme) racchiuso entro due valve legnose (endocarpo) a loro volta circondate da un tessuto verde, carnoso, duro, detto mallo (esocarpo). Le noci maturano in autunno, già in settembre, tuttavia, il loro guscio legnoso ha raggiunto una definitiva solidità.

Particolarità:

  • Il nome del genere Juglans deriva dal latino "Jovi glans"=ghianda di Giove. Anche il nome specifico regia è sempre riferito alla regalità di Giove.
  • Il Noce è stato introdotto in Europa dai Romani e proviene molto probabilmente dalla penisola Balcanica e dall'Asia minore. Sia i Greci, sia i Romani, vi estraevano l’olio e conoscevano molto bene le proprietà astringenti e depurative delle foglie, stimolanti per il fegato e la circolazione. Le foglie così come il mallo sono indicate per la cura di moltissimi disturbi anche oggi. Hanno infatti molte proprietà medicinali: sono digestivi, depurativi, ipotensivi, antiinfiammatori, antisettici, coloranti.
    Per uso esterno sono utili nel trattamento di eczemi, piccole ulcere della pelle e della bocca, arrossamenti delle zone intime.
    Gli estratti del mallo sono utilizzati nell'industria dei cosmetici come olii abbronzanti.
    Con il frutto acerbo si prepara un liquore digestivo, il nocino, che viene preparato nella notte di S.Giovanni (24 giugno): si staccano le drupe ancora verdi dall’albero e si mettono in infusione in alcool.
    Attenzione: le indicazioni farmaceutiche hanno solo scopo informativo; qualunque applicazione e assunzione deve essere prescritta e seguita dal medico.
  • L'albero del Noce fornisce anche un particolare tipo di legno pregiato; grazie al suo colore ed alle variegature, alla facile lavorabilità e alla lunga durata, trova vari impieghi: dai mobili, ai pavimenti, ad articoli di arredamento e di decorazione.
  • Nonostante tutti i suoi pregi, il Noce non gode di ottima reputazione. Infatti non va consociato con altre specie perchè le sue radici emanano una sostanza tossica, la juglandina, che provoca la morte degli alberi che si trovano vicini. Così si spiega perché questo albero sia spesso e volentieri isolato.
    Secondo una credenza popolare, non si può stare senza rischio all’ombra di un Noce soprattutto se ci si addormenta. Infatti è facile svegliarsi con un violento mal di testa o addirittura con la febbre. Per molto tempo questa opinione fu considerata una superstizione ma l’analisi biochimica sembra aver dimostrato che non è affatto così; probabilmente tali credenze erano suffragate da un' attenta osservazione della realtà.
  • Racconta una leggenda che a Benevento vi fosse un Noce in cui dimorava il diavolo. La notte del Sabba, sotto il Noce, si radunavano le streghe della regione Campania che si bagnavano nel vicino fiume Sabato.
    Nell’antica Grecia sembra che il Noce fosse stato consacrato alla divinità della morte: Core, la dea degli inferi (presso i Romani chiamata Persefone). Insomma il Noce fu votato alle divinità infernali ed è sempre rimasto tale.
  • I fiori del Noce sono utilizzati nella floriterapia di Bach. Per approfondimenti vedi Fiori di Bach.

Ultimo aggiornamento:
25/8/2018
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