Specie: | Fagopyrum esculentum Moench |
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Nome volgare: | Grano saraceno |
Divisione: | SPERMATOFITE |
Sottodivisione: | Angiosperme |
Famiglia: | POLYGONACEAE |
Habitat: | incolti, coltivi |
Fioritura: | da Giugno a Ottobre |
Forma: | Terofita scaposa |
Durata/Portamento: | annuale |
Colore del fiore: | bianco |
Origine: | esotica |
Protezione: | Nessuna |
Il Grano Saraceno è una pianta erbacea alta 20-60 cm, con radice a fittone poco sviluppata. E' un'esotica archeofita originaria dell'Asia (Siberia o India), introdotta in Europa nel Medioevo a scopo alimentare. Oggi il Grano Saraceno è ancora diffuso in Russia, mentre in Europa si limita ad alcune zone della Francia e della Germania. In Italia si coltiva nelle province di Bolzano e Sondrio. Nel Parco la sua presenza è occasionale e riguarda pochi individui derivati probabilmente da sementi miste "capitate" in incolti o coltivi.
Il fusto è eretto, cavo e ramificato nella parte apicale, a volte arrossato.
Le foglie sono alterne, quelle superiori peduncolate, le inferiori quasi sessili, saldate al fusto mediante una guaina detta ocrea. La lamina è sagittata o di forma triangolare.
Le infiorescenze sono situate all'ascella delle foglie o all'apice del fusto e sono composte da piccoli fiori ermafroditi (circa mezzo cm di diametro), con corolla a 5 petali bianco-rosati.
Il frutto è un achenio bruno-nerastro di forma triangolare.
Particolarità:
- Il nome del genere Fagopyrum deriva dalla combinazione del latino "fagus" = faggio per via degli acheni triangolari come quelli del Faggio e dal greco "piròs" = frumento.
Nonostante venga comunemente chiamato Grano Saraceno, questa pianta non ha nessuna "parentela" con il Grano, né ovviamente con la famiglia delle Poaceae.
Il nome della specie esculentum proviene dal latino "esca" = commestibile. - Su come sia arrivata la pianta in Europa si possono fare solo delle ipotesi: una sostiene che sarebbero stati i Turchi ad introdurre la pianta in Grecia e nella Penisola Balcanica e da qui deriverebbe il nome di "Grano saraceno", cioè grano dei turchi o saraceni. Un'altra ipotesi sostiene che la diffusione sarebbe avvenuta attraverso l’Asia e l’Europa del Nord ad opera delle migrazioni dei popoli mongoli che dalla Russia meridionale avrebbero portato il grano fino alla Polonia e alla Germania, da dove si sarebbe diffuso nel resto d’Europa. E’ probabile che entrambe le tesi siano valide e che la propagazione sia avvenuta contemporaneamente sia da Nord che da Sud.
- I semi di Grano Saraceno macinati producono una farina biancastra impiegata per uso alimentare (pane, biscotti, polenta e i famosi "pizzoccheri" valtellinesi). Rispetto alla farina di frumento, questa è priva di glutine quindi estremamente utile per chi soffre di malattia celiaca ed anche se più povera di proteine, contiene maggiori quantità di amido.
- I semi e la pianta intera vengono impiegati dagli allevatori come foraggio o lettiera per il bestiame anche se l'utilizzo prolungato di questo foraggio può causare negli erbivori fenomeni d'intolleranza detta fagopirismo.
4/11/2015
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