Specie: | Castanea sativa Mill. |
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Nome volgare: | Castagno |
Divisione: | SPERMATOFITE |
Sottodivisione: | Angiosperme |
Famiglia: | FAGACEAE |
Habitat: | boschi mesofili |
Fioritura: | da Maggio a Giugno |
Forma: | Fanerofita arborea |
Durata/Portamento: | albero (perenne) |
Colore del fiore: | bianco |
Origine: | autoctona |
Protezione: | Nessuna |
Il Castagno è un albero a foglie caduche molto longevo e robusto (può raggiungere i 25-30 m di altezza). Nel Parco era un tempo coltivato e successivamente si è abbondantemente diffuso un po’ dovunque nei boschi luminosi ed abbastanza umidi, sui suoli non calcarei.
Il tronco è diritto ma si ramifica facilmente a poca distanza da terra; la corteccia è di colore grigio-brunastro fessurata longitudinalmente e la sua chioma è ampia.
Le foglie sono disposte in modo alterno sui rami, sono picciolate ed hanno la lamina lanceolata, lunga fino a 22 cm, con grossi denti aristati al margine. La pagina superiore è di color verde-scuro, quella inferiore è verde-chiaro.
I fiori compaiono a fine maggio e sono unisessuali: quelli maschili sono riuniti in amenti biancastri molto vistosi, lunghi 15-20 cm, situati all'ascella delle foglie, quelli femminili (di 1 cm) sono riuniti a gruppetti di 2-3 alla base degli amenti maschili e sono circondati da un involucro formato da brattee che poi si trasformeranno nel "riccio".
Il frutti sono nucule riunite a 2-3 entro un involucro spinoso.
Particolarità:
- Il nome del genere Castanea era il nome latino attribuito all’albero e ai frutti mentre il nome specifico sativa significa "piantato", cioè coltivato.
- Le castagne hanno una storia antichissima ed hanno sempre avuto una grande importanza nell’alimentazione dell’uomo.
I Greci chiamavano il Castagno "pianta del pane" e i Romani ne introdussero la coltivazione in Italia.
E’ nel Medioevo però che le castagne divennero un elemento integrativo e sostitutivo del grano come farina o come frutto da minestra al pari di legumi e fave.
Fino agli anni '50 nelle zone rurali, anche in Brianza, i castagneti erano fonte di ricchezza per le famiglie e le castagne rappresentavano spesso l’unico alimento sostanzioso per i lunghi mesi invernali. Se ne coltivavano diverse specie tra le quali i famosi "marroni".
I contadini tenevano accuratamente pulito il sottobosco da ramaglia e foglie che si usavano come strame per i giacigli degli animali. In settembre/ottobre, quando i ricci maturi cadevano a terra, cominciava la raccolta che impegnava l’intera giornata. Gli scarti venivano lasciati ai maiali e niente era sprecato. Le castagne si consumavano subito oppure subivano dei trattamenti per prolungarne la conservazione.
Un sistema frequentemente usato anche da noi era quello della "novena": si immergevano le castagne in vasche colme d’acqua per nove giorni, si scartavano man mano quelle che venivano a galla e al nono giorno quelle restanti si estraevano e si lasciavano essiccare in un locale asciutto.
Oggi la castagna nel nostro territorio non viene più coltivata ed è diventata un "semplice frutto autunnale" che è sempre piacevole raccogliere durante le passeggiate nei boschi quando il paesaggio naturale si tinge di calde tonalità.
Le castagne vengono disperse da ghiri, scoiattoli, topi, cornacchie e ghiandaie (dispersione zoocora).
Dal punto di vista nutrizionale contengono carboidrati, glucidi, proteine, grassi, vitamine e sono dunque molto caloriche. Fresche si possono consumare lessate o arrostite sulla brace (caldarroste). Vengono anche utilizzate per la preparazione di marmellate e con la farina derivata dal frutto essicato si possono fare ottimi dolci (castagnaccio). I "marroni" vengono utilizzati in pasticceria per fare i gustosissimi "marrons glacés". - I fiori del Castagno sono utilizzati nella floriterapia di Bach. Per approfondimenti vedi Fiori di Bach.
25/8/2018
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