Specie: | Cornus mas L. |
---|---|
Nome volgare: | Corniolo maschio |
Divisione: | SPERMATOFITE |
Sottodivisione: | Angiosperme |
Famiglia: | CORNACEAE |
Habitat: | margini boschivi aridi |
Fioritura: | da Marzo a Aprile |
Forma: | Fanerofita cespugliosa |
Durata/Portamento: | arbusto (perenne) |
Colore del fiore: | giallo |
Origine: | autoctona |
Protezione: | Nessuna |
Il Corniolo maschio si presenta come arbusto o piccolo albero molto ramificato a foglie caduche e può raggiungere i 6 metri di altezza. Nel nostro territorio cresce spontaneo ai margini dei boschi, in luoghi soleggiati e asciutti (termofili), su terreni calcarei poveri, anche sassosi.
I fusti hanno corteccia grigio-bruna che si distacca a scaglie, mentre i giovani rami sono leggermente quadrangolari con una fine peluria appressata.
Le foglie sono opposte, lunghe 8-10 cm, con lamina intera, ovale o ellittica a punta allungata e con 3-5 nervature arcuate, convergenti verso l’apice. La pagina superiore è verde-scura con una fine peluria appressata, quella inferiore è più chiara e pelosa.
I piccoli fiori (3-5 mm), si sviluppano molto tempo prima dell'emissione delle foglie (spesso già a fine febbraio) e rappresentano, assieme ai salici, il primo nutrimento delle api a primavera. Sono raccolti in gruppetti giallo-dorati portati da corti e robusti peduncoli e spiccano nella vegetazione ancora spoglia. Hanno la corolla composta da 4 petali triangolari ben aperti e al centro, tra gli stami e lo stilo, c'è un disco nettarifero.
I suoi frutti sono drupe di forma ovale come le olive (corniole), giungono gradualmente a maturazione in agosto/settembre e il loro effetto decorativo è notevole dato che sulla stessa pianta si trovano frutti di tutte le tonalità, dal verde al rosso vivo.
Particolarità:
- Il nome del genere Cornus deriva dal latino e significa "corno" perché il legno duro e lucido di questa pianta ricorda il corno del bue.
Il nome della specie mas=maschile sembrerebbe contrapporsi al Sanguinello (Cornus sanguinea), denominato da Plinio Cornus "femina" per il suo legno fragile. - Le corniole sono molto apprezzate dalla fauna selvatica, soprattutto dagli uccelli che ne sono ghiotti e che durante i loro spostamenti svolgono l’importante funzione di disseminazione (dispersione endozoocora). Col progressivo allontanamento dalla campagna, le corniole sono state invece a poco a poco dimenticate dall’uomo. Eppure fino al secolo scorso i contadini le apprezzavano molto e le usavano per la preparazione di marmellate, gelatine, succhi dal particolare sapore acidulo. Si raccoglievano inoltre quando cominciavano a maturare e si conservavano in salamoia, come le olive; per questo motivo venivano dette "olive di corniole". Una ricetta di antica memoria è la salsa di corniole: dopo averle fatte bollire per alcuni minuti si passa la purea al setaccio rimettendola sul fuoco e completando la cottura. Si aggiunge qualche goccia di limone, una piccola quantità di zucchero e, a piacere, cannella o chiodi di garofano. Quando è densa, si mette in un barattolo e si conserva al buio. Questa salsa ha il pregio di rendere digeribilissime tutte le carni grasse. Anche oggi però c’è chi le consuma fresche purché siano ben mature e di colore rosso cupo (altrimenti sono molto aspre), oppure c’è chi le conserva sotto alcool come le ciliegie.
Questi frutti hanno anche ottime qualità medicinali: svolgono un’azione tonico-astringente e sono indicati per la cura di enteriti, malattie della pelle, e disturbi del metabolismo.
25/8/2018
- Opzioni