Specie: | Hedera helix L. subsp. helix |
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Nome volgare: | Edera |
Divisione: | SPERMATOFITE |
Sottodivisione: | Angiosperme |
Famiglia: | ARALIACEAE |
Habitat: | boschi, siepi |
Fioritura: | da Agosto a Ottobre |
Forma: | Fanerofita lianosa |
Durata/Portamento: | liana (perenne) |
Colore del fiore: | verde |
Origine: | autoctona |
Protezione: | Nessuna |
E' una pianta che tutti conosciamo bene: è rampicante, legnosa, e sempreverde. Nel Parco è diffusa ovunque, soprattutto nei boschi degradati e abbandonati. E' considerata a torto una specie parassita ma non assume linfa dalla pianta ospite, la usa semplicemente come sostegno per raggiungere il sole. Il pericolo più grave per le piante ospiti è quello di schiantarsi quando c'è vento a causa dell' "effetto vela" provocato dalla massa del suo fogliame.
I suoi fusti sono volubili, si arrampicano sui tronchi e sui rami delle piante ospiti e possono allungarsi fino a 15 m. I rami giovani sono dotati di radici aeree, con le quali si attorcigliano e si arrampicano su ogni superficie, mentre i rami adulti, che si sviluppano successivamente, sono privi di radici e formano fiori e frutti.
Le foglie sono coriacee e lucide; nei rami giovani la lamina è palmato-lobata, a forma triangolare con 3-5 lobi, nei rami fertili è ovato-romboidale, intera e ad apice acuto. La presenza di foglie di forma diversa sulla stessa pianta viene detta, in termini botanici, "eterofillia". Sulla pagina inferiore sono presenti peli stellati portati su un peduncolo (stipite) rialzato, così che i raggi risultano paralleli alla lamina. La conformazione dei peli è un carattere fondamentale per la distinzione tra le varie specie di Hedera.
I fiori (3-6 mm) di colore verde-giallastro, sono riuniti in 2-3 ombrelle all'apice dei rami. Hanno 5 petali rivolti verso il peduncolo, 5 stami eretti con antere gialle e 1 pistillo. Il calice è coperto da una peluria biancastra ed è saldato all'ovario.
I frutti sono bacche nerastre di forma globosa.
Particolarità:
- Il nome del genere Hedera deriva dal latino "hadaéreo" = io aderisco.
Il nome della specie helix deriva dal greco "helissein" che significa "arrampicarsi". - Ci sono diversi miti legati all’Edera ma tutti riconducono alla figura di Dioniso (dio dell’ebrezza e della pazzia), figlio di Zeus e Semele (una della figlie di Cadmo, fondatore e re di Tebe). Uno di questi miti narra che l’Edera comparve subito dopo la nascita di Dioniso per proteggere il bambino dalle fiamme di un incendio che avvolgevano la madre. Per questo i tebani considerarono sacra questa pianta e Dioniso fu raffigurato con una corona d’Edera in capo e il tirso in mano (un bastone nodoso e contorto che era avvolto dalle foglie d’Edera).
Dato che Dioniso era considerato il dio del delirio mistico ma anche della passione amorosa, la pianta divenne simbolo dell’unione dell’amato con l’amata, un abbraccio simile appunto a quello dell’Edera intorno al tronco di un albero.
L’Edera è una pianta che ha un bisogno limitato di luce e di calore e cresce anche all’ombra e al freddo, pertanto alla sua freschezza fu attribuita la virtù di calmare l’ardore del vino. Forse per questa ragione è nata in Occidente un’usanza, viva ancor oggi in qualche osteria paesana, di appendere fuori dall’uscio un tralcio d’Edera. - In realtà è una pianta velenosa e specialmente lo sono le sue bacche nere, perciò viene usata preferibilmente per applicazioni esterne. Pomate ed estratti hanno un effetto analgesico sui dolori reumatici e favoriscono la cicatrizzazione di ferite o piaghe. L’Edera possiede inoltre proprietà anticellulitiche.
Attenzione: le indicazioni farmaceutiche hanno solo scopo informativo; qualunque applicazione e assunzione deve essere prescritta e seguita dal medico.
25/8/2018
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