Albero alto 5-10 m che assume portamento arbustivo o di alberello nelle piante selvatiche. Proviene dal Medio Oriente (esotica archeofita), è stato introdotto dai Romani e coltivato in Europa per i suoi frutti. Si propaga per via di stoloni sotterranei, è rustico ed adattabile a qualsiasi clima e terreno. Nel Parco vivono alcune piante inselvatichite soprattutto sui terrazzamenti assolati.

Il fusto è sinuoso con rami espansi, la corteccia è bruno-rossiccia con lenticelle orizzontali.

Le foglie hanno un breve picciolo generalmente senza ghiandole e sono ovato-lanceolate con margine finemente dentellato.

I fiori sono riuniti a 2-4 su peduncoli di 2-4 cm (più brevi di quelli di Prunus avium); hanno la corolla formata da 5 petali candidi e arrotondati, del diametro di circa 2,5 cm. I sepali sono rivolti all'indietro. Sono molto ricercati dalle api, ghiotte del loro abbondante nettare e polline.

I frutti sono drupe (amarene) della dimensione di circa 1 cm, di un color rosso vivo che si scurisce con la maturazione. La polpa è molto succosa e dal caratteristico sapore acidulo e amarognolo.

Particolarità:

• Il nome del genere Prunus deriva dal greco "prúnon" nome associato al frutto del pruno.
  Il nome della specie cerasus in latino significa ciliegio.
• Queste ciliege ricche di vitamina C e B, vengono usate per la produzione di sciroppi, marmellate, frutta candita e liquori.
  Inoltre i loro peduncoli vengono raccolti a piena maturazione e lasciati essiccare al sole in quanto hanno proprietà diuretiche indicate per problemi di cistite e per insufficienza renale.
  Attenzione: le indicazioni farmaceutiche hanno solo scopo informativo; qualunque applicazione e assunzione deve essere prescritta e seguita dal medico.