Orchidea molto graziosa ed elegante, alta 20-60 cm. Nel Parco è rara e difficile da trovare; cresce nei boschi asciutti di latifoglie e predilige suoli calcarei. Ricordiamo che la raccolta è assolutamente vietata.

Dal rizoma breve e provvisto di numerose radici carnose, spunta il fusto esile e flessuoso, leggermente pubescente.

Le foglie sono alterne, scanalate, strettamente lanceolate con apice acuto.

L'infiorescenza è composta da pochi fiori rosei che raramente si aprono completamente. I tepali sono lanceolati, acuti, pubescenti sulla faccia esterna; i laterali sono divergenti, mentre gli altri si riuniscono a casco. Nel genere Cephalanthera (ed in alcuni altri generi di orchidee), il labello è diviso in 3 lobi (trilobo): la parte superiore è detta ipochilo ed in questo caso è concava e bianca, la parte inferiore è detta epichilo ed in questo caso è lanceolato-acuminata con bordi rosa e creste longitudinali gialle alla fauce.

Il frutto è una capsula deiscente contenente numerosissimi semi.

Particolarità:

• Il nome del genere Cephalanthera deriva dal greco: "kefale" che significa "testa" e sta ad indicare la forma del fiore che è piuttosto arrotondata, come una testa.
  Il nome della specie rubra deriva dal latino "rúbeo" = io rosseggio, sono rosso, in riferimento al colore del fiore.
• I fiori del genere Cephalanthera sono privi di nettare e vengono impollinati da imenotteri che scambiano le creste gialle presenti sul labello per stami ricchi di polline. La riproduzione avviene sia per via sessuata (tramite gli insetti), sia per via vegetativa attraverso i rizomi che emettono gemme in grado di generare nuovi individui. E' piuttosto diffusa anche l'autofecondazione (autogamia) soprattutto in Cephalanthera damasonium.