Specie: | Alkekengi officinarum Moench =Physalis alkekengi L. |
---|---|
Nome volgare: | Alchechengi |
Divisione: | SPERMATOFITE |
Sottodivisione: | Angiosperme |
Famiglia: | SOLANACEAE |
Habitat: | boschi, cespuglieti |
Fioritura: | da Maggio a Giugno |
Forma: | Emicriptofita scaposa |
Durata/Portamento: | perenne |
Colore del fiore: | bianco |
Origine: | autoctona |
Protezione: | Nessuna |
Pianta erbacea alta 30-70 cm. Cresce ai margini boschivi, nei cespuglieti, nelle boscaglie rade; nel Parco è abbastanza comune e si presenta in gruppi numerosi.
Il rizoma sottile e strisciante produce fusti eretti, angolosi e ramificati.
Le foglie sono alterne, picciolate, con lamina ovale-lanceolata, acuta all’apice, intera o talvolta parzialmente e irregolarmente crenata.
I fiori (del diametro di 15-25 mm), crescono isolati all’ascella dei rami su un lungo peduncolo arcuato e assomigliano a quelli delle patate (fanno parte infatti della stessa famiglia: Solanaceae). La corolla, bianca e lanuginosa, è composta da 5 petali larghi e appuntiti, parzialmente saldati. Il calice è peloso e si divide in lacinie rivolte all'indietro.
Quando il fiore è fecondato, il calice si allunga e si gonfia fino a diventare una vescica membranacea e reticolata a 5 angoli, appuntita, che da verde diventa pian piano arancione.
All’interno di questa membrana l’ovario cresce e diventa un frutto (bacca) rosso e rotondo della dimensione di 1 cm circa con tanti piccoli semi.
Particolarità:
- Tutta la pianta è velenosa per il suo contenuto di solanina e provoca nausea, mal di testa, vomito e diarrea. Le bacche invece, raccolte quando sono ben mature, hanno un sapore dolce-acidulo e sono ricche di vitamina C. Consumate fresche sono dotate di notevoli proprietà farmacologiche: hanno azione lassativa, rinfrescante, diuretica, antiurica e vengono utilizzate in caso di gotta, calcolosi urinaria, avitaminosi. Proprietà già scoperte da Dioscoride, medico e naturalista greco vissuto nel I sec. d.C. che descrivendo l’halikakabos nella sua opera "De materia medica" sulle qualità medicinali delle piante, si riferiva con molta probabilità all’alchechengi. In seguito il nome fu ripreso dagli arabi nel Medioevo e divenne hab-kakeng dal quale poi derivò il nome attuale.
Questi frutti vengono anche coltivati e si possono trovare in vendita. In pasticceria si preparano canditi o freschi e ricoperti di cioccolato.
Gli steli interi, riuniti in mazzi o inseriti in composizioni floreali, vengono utilizzati per scopi ornamentali di sicuro effetto e si conservano inalterati per diverso tempo.
Attenzione: le indicazioni farmaceutiche hanno solo scopo informativo; qualunque applicazione e assunzione deve essere prescritta e seguita dal medico.
Il nome del genere Alkekengi viene dallo spagnolo "alquequenje" a sua volta derivato dall'arabo "al kakendi" che discende dal greco e che significa pentola, paiolo di mare, in relazione alla forma del calice che ricorderebbe quella di un recipiente (probabilmente di rame) che veniva utilizzato nelle antiche navi greche.
Il nome della specie officinarum viene dal latino e significa "dei laboratori" per l'uso in farmaceutica, erboristeria ecc.
23/8/2018
- Opzioni