Narciso bifloro
Foto di Narciso bifloro
Ricordo di un grazioso cespuglio estirpato.

<p>I bellissimi e profumatissimi fiori bianchi ci ricordano l'ormai scomparso (almeno da noi) <em>Narcissus poeticus</em>.</p> <p>I fiori sono solitamente 2 e sono avvolti alla base da una <a href=glos_bot.php?v=spata>spata</a> biancastra. </p> <p>I fiori nel loro <a href=glos_bot.php?v=habitat>habitat</a>.</p> <p>Le foglie sono lineari, ottuse all'apice, larghe 1-2 cm e lunghe come lo scapo o più.</p>
Specie: Narcissus ×medioluteus Mill.
=Narcissus biflorus Curtis
Nome volgare: Narciso bifloro
Divisione: SPERMATOFITE
Sottodivisione: Angiosperme
Famiglia:AMARYLLIDACEAE
Habitat: prati, radure boschive
Fioritura: da Marzo a Aprile
Forma: Geofita bulbosa
Durata/Portamento: perenne
Colore del fiore: bianco
Origine: esotica
Protezione: Nessuna

Pianta erbacea alta 20-40 cm, coltivata per ornamento (ibrido fra Narcissus tazetta e Narcissus poeticus), spesso spontaneizzata in alcuni prati del Parco.

Dal bulbo spunta lo scapo eretto e robusto.

Le foglie sono lineari, ottuse all'apice, larghe 1-2 cm e lunghe come lo scapo o più.

I fiori (diametro 30-45 mm) sono solitamente 2 (raramente 1-3), profumatissimi, con perigonio a tubo e tepali ovato-lanceolati bianchi al cui centro c'è una paracorolla gialla a forma di tazzina, con bordo membranoso e crenato. I fiori sono avvolti alla base da una spata biancastra.

Il frutto è una capsula obovata.

Particolarità:

  • Il nome del genere Narcissus deriva dal greco "narkao" che significa paralizzare (da cui il nostro "narcotico") ed è riferito al suo profumo tanto forte da stordire.
    Il nome della specie medioluteus dal latino "medius"=medio, che sta nel mezzo, e da "luteus"=giallo.
  • Il Narciso è un fiore conosciuto dai tempi antichi. Narra la mitologia greca che egli fosse un bellissimo e ambiguo giovinetto desiderato da fanciulli e fanciulle che egli respingeva perchè non li considerava degni di lui. Un giorno lo vide la ninfa Eco (condannata a tacere e a ripetere solo le ultime parole) e di lui si innamorò perdutamente. Cominciò così a seguire Narciso nelle sue battute di caccia fino al giorno in cui smarritosi egli si mise a gridare: "C'è qualcuno?" Ed Eco rispose: "Qualcuno". Il giovane meravigliato gridò più forte: "Vieni". E lei: "Vieni". Lo strano dialogo proseguì finchè la ninfa balzò fuori dal suo nascondiglio e tentò di abbracciarlo. Narciso la allontanò sdegnato ed Eco per il dolore si ridusse a sola voce. Ma il castigo degli dei non si fece attendere a lungo. Un giorno mentre si era chinato a bere l'acqua di una fonte, vide la sua immagine e non essendosi accorto che essa era il suo riflesso, se ne innamorò irrimediabilmente: finalmente aveva trovato la persona ideale. Quando si rese conto della verità, cominciò a disperarsi per quell'impossibile amore e nel tentativo di afferrare la figura riflessa nell'acqua, vi cadde dentro e affogò. In questo luogo nacque un fiore bianco col centro giallo: il Narciso.
    Sigmund Freud interpretò il mito in chiave psicoanalitica definendo "narcisismo" l'amore e l'interesse rivolti a se stessi.

Ultimo aggiornamento:
29/4/2021
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