E' un albero sempreverde alto 5-20 m proveniente dal bacino del Mediterraneo (esotica archeofita). Nel Parco è famoso soprattutto sull'altura che domina la Valle del Curone dove spiccano degli elementi maestosi disposti a cerchio, alcuni dei quali purtroppo hanno dovuto essere tagliati a causa di una malattia. Negli anni recenti alcune piante sono state ripiantumate lungo il sentiero che prende appunto il nome "dei Cipressi". Il percorso, all'inizio, si inerpica in una breve salita terminante nella zona circolare dove sono posizionati questi grandi Cipressi che conferiscono al luogo un aspetto sacro e misterioso. Molte ipotesi sono state fatte sul significato di questo luogo, ma non essendoci documenti scritti, la storia si perde nel tempo...
Il fusto ha portamento colonnare e corteccia fibrosa di colore grigio-bruno.
Le foglie sono piccolissime, squamiformi, di colore verde scuro e si sovrappongono coprendo completamente i rametti.
Il Cipresso è una pianta monoica. Le infiorescenze maschili (microsporofilli) sono piccoli coni di forma ovale (2-3 mm) di colore verde-giallastro e si trovano sulla punta dei rametti; quelle femminili (macrosporofilli) sono tondeggianti, sorretti da un breve peduncolo e misurano meno di 1 cm.
I frutti sono coni (strobili) brunastri che diventano grigio-giallastri con la maturazione e sono ricoperti da squame legnose a forma di scudo.
Particolarità:
Il nome del genere Cupressus deriva probabilmente da "Cyprus", nome latino dell'isola di Cipro dove la pianta cresce spontanea ed abbondante. Altre fonti lo fanno derivare dalla mitologia greca. Un figlio di Telefo di nome "Kyparissos" viveva in compagnia di un grande cervo dalle corna d’oro regalatogli da Apollo. Un giorno, per errore, mentre il giovane stava giocando con un giavellotto acuminato, colpì a morte il cervo. Apollo, che amava il ragazzo, cercò di consolarlo, ma Kyparissos chiese al dio di mostrare un lutto eterno. Venne così trasformato in un Cipresso ed Apollo disse allora con tristezza: "Da noi sarai pianto, ma tu gli altri piangerai, compagno di chi soffre".
Il nome della specie sempervirens = sempre vivo, allude alle sue foglie sempreverdi.Le famiglie delle Cupressaceae, delle Pinaceae, delle Taxaceae e delle Taxodiaceae, appartegono al grande gruppo delle Gimnosperme. Le specie che lo compongono, hanno una caratteristica particolare: non sono provviste di veri e propri fiori come nelle Angiosperme, ma di pseudofiori chiamati "coni" (da Conifere) formati da squame ravvicinate e leggermente divaricate. Gli ovuli, che nei fiori sono normalmente contenuti e protetti in un ovario, in questo caso sono liberi e inseritii tra le squame, accessibili dall'esterno e ricevono direttamente il polline trasportato dal vento. Gli ovuli fecondati, attraverso un complesso processo, diventeranno semi (es. pinoli) che verranno rilasciati dal cono femminile (pigna) quando le squame si divaricheranno per essiccamento. Per questo le Gimnosperme vengono definite "piante con ovuli nudi".Il Cipresso è una pianta originaria dell'Oriente introdotta in Italia in epoche remote (forse addirittura dagli Etruschi). Simboleggiava la fertilità forse a causa della sua forma fallica, ma era anche immagine dell'immortalità per la sua chioma sempreverde e il suo legno incorruttibile. Greci e Romani cominciarono invece a considerarlo l'albero dei defunti e fu consacrato ad Ade, Dio degli inferi. Significato che ha mantenuto anche ai giorni nostri.Per la robustezza e compattezza del suo legno, il Cipresso viene usato per la realizzazione di mobili, mentre dai rametti e dai coni si estrae un olio aromatico dalle proprietà balsamiche. Ha anche azione vasocostrittrice e protettiva dei capillari.