Specie: | Arabidopsis thaliana (L.) Heynh. |
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Nome volgare: | Arabetta comune |
Divisione: | SPERMATOFITE |
Sottodivisione: | Angiosperme |
Famiglia: | BRASSICACEAE (CRUCIFERAE) |
Habitat: | coltivi, incolti |
Fioritura: | da Marzo a Maggio |
Forma: | Terofita scaposa |
Durata/Portamento: | annuale |
Colore del fiore: | bianco |
Origine: | autoctona |
Protezione: | Nessuna |
Pianta erbacea alta 5-25 cm di elevata adattabilità, comune nel Parco nei campi e negli incolti.
I fusti sono eretti, spesso ramificati e leggermente pubescenti.
Ha foglie basali riunite in rosetta con lamina oblanceolata, pelose per peli stellati e con margine spesso dentellato. Le foglie cauline sono poche, spesso assenti.
I fiorellini bianchi (grandi pochi millimetri), sono riuniti in racemi lineari allungati e hanno 4 petali racchiusi in un calice a volte arrossato. Spesso rifiorisce in autunno.
I frutti sono silique lineari spesso incurvate con valve a nervatura centrale ben evidente.
Particolarità:
- Il nome del genere Arabidopsis si riferisce alla sua somiglianza al genere Arabis.
Il nome della specie thaliana è stato dedicato al medico e botanico tedesco Johan Thal (XVI secolo). - Pur essendo una piccola pianta che cresce un po' ovunque, ha il merito di aver suscitato l'interesse di molti scienziati europei, americani e giapponesi. Recenti studi hanno infatti rivelato che la pianta contiene informazioni essenziali non solo per la conoscenza della biologia vegetale, ma anche della struttura del Dna umano grazie al suo genoma semplice e di dimensioni modeste.
Per la prima volta, dunque il "libro della vita" di una pianta è interamente leggibile. Una scoperta importante non solo per la scienza "pura", ma anche per le applicazioni pratiche.
Attraverso la conoscenza dei geni dell'Arabetta e delle loro funzioni si potrà comprendere il metabolismo delle piante, la loro resistenza alle condizioni climatiche, agli insetti, alle malattie. Inoltre, date le sorprendenti similitudini del genoma dell'Arabidopsis con gli animali e gli esseri umani, i ricercatori prevedono implicazioni anche per la salute e l'alimentazione umana.
12/10/2020
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