Si tratta di un piccolo arbusto sempreverde alto 60-120 cm che vegeta nei boschi di latifoglie su substrato calcareo o leggermente acido. Mentre è abbastanza facile trovarlo sul Monte San Genesio, qui nel Parco la sua presenza è limitata ad una sola stazione finora accertata.

Il fusto è eretto, ramificato e fogioso verso l'alto. La corteccia è verde nei rami giovani, grigiastra e cosparsa di cicatrici trasversali a maturità.

Le foglie sono coriacee, glabre, disposte a spirale e più addensate verso l'apice dei rami. Quelle inferiori sono ripiegate verso il basso, quelle mediane patenti e le superiori erette. La lamina è oblanceolata, sessile o brevemente picciolata. La pagina superiore è di color verde scuro e lucente, percorsa da una evidente nervatura centrale, quella inferiore è più chiara.

L'infiorescenza è costituita da piccoli fiori riuniti in fascetti sessili o brevemente peduncolati, posizionati tra le foglie. La corolla verde-giallastra, tubolosa, lunga 7-12 mm, si apre all'apice in 4 lobi appuntiti. Generalmente i fiori sono ermafroditi, ma in alcuni casi possono essere solo femminili con tubo più corto e stimma che fuoriesce dalla fauce.

Il frutto è una drupa elissoide di 6-8 mm, molto carnosa, prima verde, rossa e poi nerastra.

Particolarità:

• Il nome del genere Daphne fu dedicato da Dioscoride alla ninfa Daphne.
  Il nome della specie laureola si riferisce alla somiglianza delle sue foglie con quelle dell'Alloro (Laurus nobilis L.) legato al mito di Daphne e Apollo.
• L'intera pianta è velenosa, in particolare la scorza e la linfa sono vescicanti e possono causare eruzioni cutanee al contatto.
• Da questa pianta sono stati ottenuti degli ibridi con fiori di vari colori, utilizzati come ornamentali nei giardini.